La DISSIPAZIONE nei corpi illuminanti

Uno dei limiti allo sviluppo della tecnologia LED è sicuramente la dissipazione del calore. Nel LED, non essendoci emissione di infrarossi, questa avviene unicamente attraverso il suo corpo, da questo al circuito stampato, dal circuito stampato al radiatore ed infine all’ambiente; le prime fasi avvengono per conduzione e l’ultima per conduzione convezione ed irraggiamento.

La considerevole energia necessaria per l’illuminazione ambientale e la catena di trasmissione termica costituiscono un limite alle dimensioni e alla potenza delle lampade; basti vedere gli sforzi di ricerca in atto per riprodurre, con i LED, le vecchie lampade ad incandescenza.

Nelle lampade stradali e industriali, non essendoci grandi limiti alle dimensioni, questo problema non esiste; tuttavia le soluzioni più comunemente utilizzate, anche per la loro semplicità, presentano alcuni limiti, prendiamo ad esempio il caso di una lampada LED il cui principio di dissipazione del calore è riportato nel disegno sottostante:

Se consideriamo un prodotto con una interdistanza fra i LED di 25mm, la superficie di irraggiamento è di circa 51cm² per LED, equivalenti, nel caso di LED da 1,25W a 40cm2/W. Questo valore è sufficiente se tutta la superficie di 40cm² è in grado di trasmettere calore per irraggiamento, conduzione e convezione ma questo non è ciò che accade nella tipologia di radiatore illustrato. Circa l’irraggiamento, infatti, le alette si influenzano a vicenda perché l’emissione di ognuna finisce sulle altre riducendo l’efficienza di oltre il 50%. Circa la conduzione /convezione, la circolazione d’aria, che avviene principalmente dal basso verso l’alto, all’interno delle alette è quasi inesistente con una riduzione conseguente dell’efficienza del 60/70%.

Nel complesso il radiatore alettato perde tra il 55% e il 60% rispetto alla superficie esposta, quindi i 40 cm²/W teorici si riducono a 15 cm² /W reali, cioè ben al di sotto del valore ottimale.

Oltre a questo, i dissipatori alettati verso l’alto diventano ricettacolo di sporco e, nel caso di presenza di uccelli, potrebbero perdere quasi completamente le caratteristiche di dissipazione, non solo, tutti i dissipatori che espongono la superficie dissipante esclusivamente verso l’alto, sono estremamente critici durante le giornate estive. Il radiatore, posto sotto il sole per molte ore, raggiunge infatti temperature anche superiori a 100° con conseguenti gravi problemi per i LED. Non parliamo poi del caso in cui, per cause fortuite, la lampada dovesse rimanere accesa durante una giornata estiva di sole, in questo caso la temperatura dei LED potrebbe superare i 150° con conseguente danneggiamento degli stessi.

Dai nostri 40 anni di esperienza in questo campo abbiamo ideato una soluzione, brevettata, che integra il dissipatore termico nel corpo lampada e, oltre a fornire una superficie di dissipazione notevole, evita tutte le problematiche descritte. Come si può vedere dal disegno il corpo lampada, integralmente in alluminio, avvolge il circuito stampato che porta il LED, anch’esso in alluminio e la dissipazione avviene in tutte le direzioni.

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DIMMER

Anche nelle applicazioni indoor è quasi sempre presente l’illuminazione naturale. Se escludiamo le ore notturne ed i locali privi di finestre o lucernari, la luce naturale contribuisce, in misura più o meno importante, all’illuminazione dell’ambiente. In alcuni ambienti, in certi periodi e per alcune ore al giorno questa luce è talmente forte da non richie­dere illuminazione artificiale e quindi, manualmente o automaticamente, gli apparecchi vengono spenti.

Il DIMMER, ma nel nostro caso, il nome appropriato è appunto AUTODIMMER, non si limita a questo; l’autodimmer esegue un controllo continuo e costante su tutta l’area del locale, in ogni stagione e in ogni minuto dell’anno.

Quando nel locale o in una zona di questo ( basta un portone aperto) entra la luce solare, viene ridotta la potenza di tutti gli apparecchi interessati così da mantenere l’illuminazione il più uniforme possibile.

La regolazione è talmente fine ed accurata che, anche osservando attentamente le lampade, non è percepibile dal personale; è però continua e costante ed il risparmio energetico medio può arrivare al 40-50% rispetto ad un apparec­chio LED tradizionale. Questo non è solo un vantaggio economico immediato perché anche la vita dell’apparecchio si allunga del 40-50%.

CH64D è dotata di AUTODIMMER, si tratta di un sensore, gestito da un microproces­sore, che riduce la potenza dell’apparecchio quando l’illuminamento da luce naturale supera la soglia impostata. Questa soluzione permette una notevole riduzione dei consumi durante tutto l’arco dell’anno, con un risparmio medio, che varia in funzione del numero di ore di accensione, del 20-25%.

FLUSSO COSTANTE A POTENZA VARIABILE

Gli apparecchi di illuminazione tradizionale, inclusi quelli con tecnologia LED di prima generazione, lavorano a po­tenza costante e flusso variabile; con il passare del tempo il flusso luminoso diminuisce e la lampada deve essere so­stituita. Per compensare questa diminuzione le lampade tradizionali devono erogare, quando sono nuove, un flusso superiore, del 25-30%, a quello necessario.

Nelle plafoniere industriali serie CH64D il flusso iniziale è impostato al valore esatto richiesto dal progetto o dal cliente e viene mantenuto costante per tutta la vita dell’apparecchio. A questo provvedere il microprocessore che, inizialmente, eroga una corrente inferiore del 20-30% a quella normale, poi l’aumenta nel tempo in funzione della perdita di efficienza dei LED.

Questa soluzione di flusso costante a potenza variabile presenta molti vantaggi:

• flusso costante per tutta la vita della lampada.

• consumo iniziale ridotto del 20-30%.

• consumo medio inferiore del 10-15%.

• vita più lunga perché i LED lavorano mediamente con correnti più basse.

PROTEZIONE IP65

Grado protezione Ip: Ip65, Ip44, Ip54 Significato e Tabella

La norma CEI EN 60529/1997  classifica tutti i gradi di protezione di tutte i dispositivi elettrici ovvero il famoso grado IP(detto anche marcatura internazionale di protezione e non di ingresso come a volte viene erroneamente definita).

Questo dato è stato definito dalla Commissione Elettrotecnica Internazione attraverso la IEC 60529 che classifica attraverso numeri e lettere il grado di resistenza e protezione contro la probabile intrusione di liquidi oppure solidi(quelli che in gergo meno tecnico vengono definiti "resistente alla polvere", "impermeabile"). Questo sistema è valido con tensione nominale fino a 72.5 kV.

Il grado di protezione è composto dalle 2 lettere IP ovvero Protezione Internazionale, dove troviamo poi altre 2 successive cifre solitamente numeriche oppure contrassegnate da una x ed infine 2 eventuali altre lettere che definiscono più nello specifico la protezione del nostro apparecchio(spesso troviamo infatti sigle come Ip65, Ip44, Ip55, Ip20, ip64 e tanti altri che indicano appunto a quale classe appartengono).

Per fare un esempio pratico prendiamo in considerazione un grado di certificazione IP67CH. Partendo dall'inizio troviamo quindi IP(Protezione internazionale o ip protection in Inglese) seguiro dalla parte numerica che è compresa in un range da 0 a 6 oppure una x, seguita da una seconda cifra numerica compresa da 0 a 8(oppure x) e da 2 lettere supplementari che possono essere A,B,C o D per la prima e H,M,S,W per l'ultima.

La prima cifra (nel nostro esempio il 6 poichè la sigla della categoria è IP67CH) identifica il grado di protezione o resistenza da penetrazione di corpi solidi estranei. Questo range si estende dal numero 0 al 6 come detto in precedenza, ma trovi di seguito il significato di tutti i numeri disposti in ordine.

Tabella Classificazione e Significato Gradi Protezione Ip

1° numero dopo dopo sigla IP

  • 0 o X: Nessuna.
  • 1: Protezione da corpi solidi >= 50 mm di diametro.
  • 2: Stesso significato ma corpi >= 12 mm di diametro.
  • 3: Corpi solidi >= 2,5mm di diametro.
  • 4: Corpi solidi >= 1 mm di diametro.
  • 5: Protezione contro polveri(non nocive).
  • 6: Protezione totali da polveri.

Prendiamo ora la seconda cifra del nostro esempio ovvero il 7 (considerando sempre grado IP67CH). Il significato di questa cifra invece indica la resistenza alla penetrazione da sostanze e corpi liquidi(molto spesso acqua).

2° numero dopo dopo sigla IP

  • 0 o X: Nessuna.
  • 1: Protezione da caduta verticale dell'acqua.
  • 2: Protezione da pioggia con 15° dalla vericale.
  • 3: Protezione da acqua e pioggia con verticale fino 60°.
  • 4: Protezione più resistente rispetto le altre da spruzzi d'acqua provenienti da tutte le direzioni.
  • 5: Protezione contro getti d'acqua di quantità superiore alla precedente.
  • 6: Protezione contro getti d'acqua potenti ed abbondanti.
  • 7: Protezione da immersione in acqua in maniera temporanea e non permanente.
  • 8: Protezione da immersione continua.

FISSAGGIO

Per installare l’apparecchio CH64 sono sostanzialmente previste le seguenti soluzioni.

1) APPESO CON CAVI O CATENE

Per appendere l’apparecchio CH64 tramite catenelle o cavi, utilizzare i due fori posti nella

parte alta della staffa, inserendo in ognuno un golfare maschio M6 fissato con dado autobloccante.

FIG.1

figura 1

2) APPESO A BLINDOSBARRA

Per sospendere l’apparecchio CH64 alla blindosbarra è necessario dotarsi di 2 ganci, forniti

dal costruttore della blindo e idonei all’uso, da fissare alla staffa (fig. 1).

3) APPESO A TRAVE O ALTRO SUPPORTO MEDIANTE CONTROSTAFFA CORTA (ORIENTABILE)

Per fissare l’apparecchio CH64 ad una trave, o supporto perforabile, utilizzare la controstaffa corta. (fig.1)

figura 2

4) FISSATO A PARETE VERTICALE MEDIANTE CONTROSTAFFA LUNGA ORIENTABILE

Per fissare l’apparecchio CH64 ad una parete verticale o per distanziarlo da un soffitto o da

altro supporto orizzontale, utilizzare la controstaffa lunga (fig. 3).

figura 3

5) APPESO A SOFFITTO, PARETE VERTICALE O INCLINATA, MEDIANTE SUPPORTO APPENDINO

Per installazioni sospese che richiedono anche un risultato estetico, si consiglia di utilizzare

l’accessorio APPENDINO (fig.4) , fornito separatamente. L’appendino permette di sospendere

l’apparecchio CH64 a soffitto o travi inclinate di qualsiasi forma.

figura 4

GRADO DI RESISTENZA MECCANICA IK

La classificazione di resistenza meccanica IK è specificata nella norma europea EN 62262 e il suo equivalente internazionale - IEC 62262:2002. Può essere utilizzata per determinare il grado di protezione contro urti (protezione antivandalo) in telecamere utilizzate nella videosorveglianza e altri dispositivi. La classificazione IK consente di specificare il grado di protezione che è garantita dalla custodia del dispositivo contro gli impatti meccanici esterni.

L'indicazione della resistenza meccanica IKxy è composta dalle lettere IK e il suo livello in una scala di undici gradi (da “00” a “10”). Più alto è il valore numerico del parametro IK, maggiore è la sua resistenza meccanica. L'indicazione IK determina il potenziale di resistenza, per esempio, di una telecamera e facilita la selezione di quella più adatta alle nostre esigenze. Un valore elevato di IK può impedire la necessità di sostituire una telecamera a causa di urti dovuti a, per esempio, atti vandalici. Per scoprire se la telecamera che si desidera comprare è antivandalo, è necessario controllare la classificazione IK assegnata ad essa.

Di seguito è riportata una tabella con i livelli appropriati di IK e la resistenza agli urti corrispondente

Livello IKResistenza all'impatto Equivalente dell'impatto
000 Jnessuna protezione
010,15 Jcaduta di un oggetto 200g da un'altezza di 7,5 cm
020,20 Jcaduta di un oggetto 200g da un'altezza di 10 cm
030,35 Jcaduta di un oggetto 200g da un'altezza di 17,5 cm
040,50 Jcaduta di un oggetto 200g da un'altezza di 25 cm
050,70 Jcaduta di un oggetto 200g da un'altezza di 35 cm
061 Jcaduta di un oggetto 500g da un'altezza di 20 cm
072 Jcaduta di un oggetto 500g da un'altezza di 40 cm
085 Jcaduta di un oggetto 1700g da un'altezza di 29,5 cm
0910 Jcaduta di un oggetto 5000g da un'altezza di 20 cm
1020 Jcaduta di un oggetto 5000g da un'altezza di 40 cm

Un'altra proprietà molto importante della custodia è il tipo di materiale da cui è stata fatta. La seguente lista presenta i vantaggi e gli svantaggi di alcuni materiali comunemente utilizzati per la produzione di custodie.

Policarbonato (PC) e policarbonato rinforzato con fibra di vetro (PC + VETRO) 

VantaggiSvantaggi
ottima resistenza meccanica
materiale plastico disponibile anche in versione trasparente
semplice lavorazione meccanica con l'uso di utensili standard
elevato grado di protezione
finitura liscia e attraente
ampia gamma di temperature di lavoro
materiale plastico autoestinguente
buona resistenza chimica
peso ridotto
buona resistenza ai raggi UV
eccellenti proprietà isolanti
bassi costi del materiale da utilizzare in ambienti ostili
nessuna schermatura EMC

Acrilonitrile-butadiene-stirene (ABS

VantaggiSvantaggi
semplice lavorazione meccanica con l'uso di utensili standard
possibilità di colorazione mediante pigmenti
peso ridotto
buona resistenza chimica
eccellenti proprietà isolanti
resistenza meccanica leggermente minore rispetto al policarbonato
gamma di temperatura di lavoro leggermente inferiore
resistenza ai raggi UV leggermente inferiore rispetto a PC
il materiale plastico non è disponibile in versione trasparente
nessuna schermatura EMC

Poliestere rinforzato con fibra di vetro (GRP)

VantaggiSvantaggi
eccellente resistenza alla corrosione e sostanze chimiche
buona resistenza meccanica
rigidità della struttura
resistenza gli agenti atmosferici
ampia gamma di temperature di lavoro
resistenza al fuoco
buone proprietà isolanti
materiale più costoso del PC
la lavorazione meccanica è possibile solo con l'uso di utensili speciali
nessuna schermatura EMC
maggiore peso rispetto ad altre materie plastiche

Alluminio (AL)

Vantaggi Svantaggi
buona resistenza chimica (verniciatura a polvere)
ottima resistenza meccanica
ampia gamma di temperature di lavoro
facilità della messa a terra
schermatura EMC
buona resistenza ad un aumento rapido della temperatura
rigidità della struttura
materiale più costoso del PC
maggiore peso rispetto a PC e ABS
la lavorazione meccanica è possibile solo con l'uso di utensili speciali

RESISTENZA ALLE ALTE TEMPERATURE

Per le plafoniere industriali LuxLED, serie CH64 e SI INDUSTRIALE abbiamo dichiarato temperature di lavoro -30°C + 60°C. Tali temperature sono state effettivamente provate in ambienti industriali estremi. Non a caso fra i nostri clienti figurano FONDERIE e INDUSTRIE PESANTI.

La resistenza alle alte temperature è ulteriormente facilitata dal fatto che la serie CH64 dissipa dal fronte e non dal retro lampada, come avviene in tutti i nostri concorrenti.; mentre la serie SI INDUSTRIALE e SS SPORT ha un corpo interamente in alluminio per una efficace dissipazione del calore.

La dissipazione frontale ha permesso inoltre l’assenza di blocchi dissipanti alettati posizionati sul retro lampada. Tali blocchi, oltre ad essere molto pesanti, facilitano l’accumulazione di polveri e oli normalmente presenti nelle lavorazioni industriali con il risultato totalmente contrario di una dissipazione.

UNIFORMITÀ AL SUOLO

La serie CH64 è stata fra le prime plafoniere industriali ad adottare una forma quadrangolare. Negli ambienti industriali, soprattutto del passato, era di prassi l’utilizzo di lampade / plafoniere a base circolare, anche per adattarsi ad un unico trasduttore luminoso che era costituito dal bulbo centrale.

Un corpo illuminante circolare non può altro che creare buchi di luce al suolo, soprattutto se l’ambiente in cui è inserito è un ambiente a forma rettangolare. Al contrario una plafoniera che trasmette un fascio di luce quadrangolare non potrà altro che rendere una maggiore uniformità al suolo.

La serie CH64 è stata poi progettata con una distribuzione distanziata dei LED, questo per una migliore resa al suolo ma anche per evitare il surriscaldamento fra gli stessi LED donando quindi una maggiore longevità all’apparecchio.

OTTICHE IN SILICONE

Tutti i prodotti tradizionali di illuminazione sono dotati di un vetro o altro materiale protettivo e anche molti apparecchi LED utilizzano questa soluzione; in altri sono le lenti a proteggere i LED; In altri ancora sono presenti sia le lenti che il vetro; in ogni caso uno o entrambi sono presenti in tutti gli apparecchi LED.

Quasi tutti i costruttori che usano lenti le realizzano in PMMA; un tecnopolimero termoplastico di buona qualità che co­munque ha una trasparenza dell’86-88%, anche i diffusori in policarbonato o metacrilato non superano l’85%. Perfino il vetro extra chiaro non supera il 92% di trasparenza e comunque, per ragioni di abbagliamento, deve essere satinato o abbinato a riflettori, con ulteriori perdite.

Qualsiasi sia la soluzione tutte fanno perdere efficienza; dal 15% nei casi migliori fino al 20-22% della combinata vetro-lente. Proseguendo la filosofia dell’alta qualità LuxLED ha ridotto questa perdita adottando per le plafoniere serie CH64, MY36 e per i proiettori della linea SI e SS (INDUSTRIALE e SPORT), lenti in silicone. Il silicone liqui­do, LSR, è già impiegato da molti anni nelle lenti a contatto ed ha caratteristiche uniche ed insuperabili: resiste al calore, non ingiallisce, non è attaccabile dai solventi, si modella con precisione in spessori sottilissimi e, soprattutto, ha una trasparenza del 94%. Ovviamente le lenti LuxLED , nelle plafoniere industriali, non si limitano a modificare l’angolo ma modellano il fascio da circolare a quadran­golare per migliorare l’uniformità e la copertura negli angoli e sulle pareti; nei proiettori della linea STL, a seconda dell'utilizzo le lenti sono scelte per tagliare la luce in modo netto, utilissimo nell'ambito sportivo dove è necessario illuminare l'area di gioco ma non abbagliare gli spettatori.

FISSAGGIO

Per installare l’apparecchio MY36B sono sostanzialmente previste le seguenti soluzioni.

1) FISSATO A SOFFITTO

L'installazione a soffitto è quella più comune; per eseguirla è necessario togliere la staffa dall'apparecchio svitando le 2 viti M5 (fig. 1/A e 1/B).

Quando la staffa è separata dall'apparecchio individuare nei fori presenti sulla staffa quelli più idonei per fissarla. La scelta dei fori e delle viti o degli accessori per il fissaggio deve essere fatta in funzione del materiale di cui è costruito il soffitto. Quando la staffa è fissata

FIG.1/a

FIG.1/b

2) APPESO A BLINDOSBARRA O SOFFITTO

L'apparecchio MYTA 36B è dotato di una staffa (fig. 1/a) dotata di fori. Per appenderla a soffitto utilizzare 2 golfari da inserire in tali fori. Per installazioni su blindo utilizzare appositi ganci.

UNIFORMITÀ AL SUOLO

Anche MY36B. così come la serie CH64 ha una forma quadrata con LED distanziati ed equamente distribuiti.

Negli ambienti industriali e nei laboratori con altezze fino a 6 metri è perfetta, il suo flusso copre uniformemente la superficie senza creare "buchi di luce". Ideale anche per ambienti particolari, come le camere bianche o grigie, che richiedono installazione in aderenza al soffitto e luce uniforme e precisa al suolo.

La serie CH64 è stata poi progettata con una distribuzione distanziata fra gli stessi LED donando quindi una maggiore longevità all’apparecchio.

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PROTEZIONE IP67(RETRO) /IP68 (FRONTE)

Grado protezione Ip: Ip65, Ip44, Ip54 Significato e Tabella

La norma CEI EN 60529/1997  classifica tutti i gradi di protezione di tutte i dispositivi elettrici ovvero il famoso grado IP(detto anche marcatura internazionale di protezione e non di ingresso come a volte viene erroneamente definita).

Questo dato è stato definito dalla Commissione Elettrotecnica Internazione attraverso la IEC 60529 che classifica attraverso numeri e lettere il grado di resistenza e protezione contro la probabile intrusione di liquidi oppure solidi(quelli che in gergo meno tecnico vengono definiti "resistente alla polvere", "impermeabile"). Questo sistema è valido con tensione nominale fino a 72.5 kV.

Il grado di protezione è composto dalle 2 lettere IP ovvero Protezione Internazionale, dove troviamo poi altre 2 successive cifre solitamente numeriche oppure contrassegnate da una x ed infine 2 eventuali altre lettere che definiscono più nello specifico la protezione del nostro apparecchio(spesso troviamo infatti sigle come Ip65, Ip44, Ip55, Ip20, ip64 e tanti altri che indicano appunto a quale classe appartengono).

Per fare un esempio pratico prendiamo in considerazione un grado di certificazione IP67CH. Partendo dall'inizio troviamo quindi IP(Protezione internazionale o ip protection in Inglese) seguiro dalla parte numerica che è compresa in un range da 0 a 6 oppure una x, seguita da una seconda cifra numerica compresa da 0 a 8(oppure x) e da 2 lettere supplementari che possono essere A,B,C o D per la prima e H,M,S,W per l'ultima.

La prima cifra (nel nostro esempio il 6 poichè la sigla della categoria è IP67CH) identifica il grado di protezione o resistenza da penetrazione di corpi solidi estranei. Questo range si estende dal numero 0 al 6 come detto in precedenza, ma trovi di seguito il significato di tutti i numeri disposti in ordine.

Tabella Classificazione e Significato Gradi Protezione Ip

1° numero dopo dopo sigla IP

  • 0 o X: Nessuna.
  • 1: Protezione da corpi solidi >= 50 mm di diametro.
  • 2: Stesso significato ma corpi >= 12 mm di diametro.
  • 3: Corpi solidi >= 2,5mm di diametro.
  • 4: Corpi solidi >= 1 mm di diametro.
  • 5: Protezione contro polveri(non nocive).
  • 6: Protezione totali da polveri.

Prendiamo ora la seconda cifra del nostro esempio ovvero il 7 (considerando sempre grado IP67CH). Il significato di questa cifra invece indica la resistenza alla penetrazione da sostanze e corpi liquidi(molto spesso acqua).

2° numero dopo dopo sigla IP

  • 0 o X: Nessuna.
  • 1: Protezione da caduta verticale dell'acqua.
  • 2: Protezione da pioggia con 15° dalla vericale.
  • 3: Protezione da acqua e pioggia con verticale fino 60°.
  • 4: Protezione più resistente rispetto le altre da spruzzi d'acqua provenienti da tutte le direzioni.
  • 5: Protezione contro getti d'acqua di quantità superiore alla precedente.
  • 6: Protezione contro getti d'acqua potenti ed abbondanti.
  • 7: Protezione da immersione in acqua in maniera temporanea e non permanente.
  • 8: Protezione da immersione continua.